Thomas Merton (1915-1968): biografia
Thomas Merton è considerato uno dei più importanti scrittori americani cattolici del ventesimo secolo. La sua opera autobiografica: “La montagna dalle sette balze” è stata pubblicata in milioni di copie e tradotta in ventotto lingue. Merton scrisse altri sessanta libri, centinaia di poesie, articoli, lettere, diari che spaziano dalla spiritualità monastica ai diritti civili alla non violenza all’ecumenismo, agli armamenti nucleari.
Drammaticamente tormentato dalla precoce nonché tragica perdita degli affetti familiari quanto da una giovinezza a volte turbolenta, Merton si imbatté in un inaspettato spunto di conversione al cattolicesimo durante una visita in Italia, particolarmente al Monastero “delle tre fontane” ma anche presso le numerose chiese e basiliche paleocristiane di Roma. Il 10 dicembre 1941 entrò nella Abbazia di Nostra Signora del Gethsemani nel Kentucky (USA), una comunità monastica appartenente all’Ordine dei Cistercensi della Stretta Osservanza (Trappisti).
I ventisette anni che egli trascorse al Gethsemani, prima della sua morte improvvisa avvenuta a Bangkok nel 1968 portarono naturalmente dei profondi cambiamenti nella sua persona. Questa vibrante conversione, l’incombente rischio della guerra nucleare e la sua tragica storia familiare (con il fratello caduto in combattimento durante la seconda guerra mondiale) lo costrinsero in qualche modo nell’arena politica ove il Padre Louis (era il suo nome acquisito da monaco) divenne uno dei punti di riferimento del movimento per la pace degli anni sessanta.
Considerando il segrazionismo e la guerra come i due più urgenti problemi del suo tempo, Merton non poté in alcun modo esimersi dall’essere uno strenuo sostenitore del movimento non violento per i diritti civili, che egli definì come “il più grande esempio di fede cristiana attiva nella storia sociale degli Stati Uniti”.
A causa anche del suo costante impegno sociale, Merton dovette sopportare una severa critica da parte di cattolici e non, che attaccarono i suoi scritti ritenendoli di natura prettamente politica o comunque sconvenienti per un monaco. Nel corso degli ultimi anni della sua vita, forse perché anche spinto in tal senso dai ricorrenti eventi bellici nel Sud-Est asiatico, maturò un profondo interesse per le culture e le religioni di quelle aree, particolarmente per il Buddismo Zen, volendo promuovere il dialogo Est-Ovest in chiave pacifista.
Dopo alcuni incontri e durante il viaggio del monaco americano in estremo oriente nel 1968, il Dalai Lama elogiò pubblicamente Thomas Merton riguardo la sua ottima conoscenza del Buddismo, giudicata come la più completa e profonda rispetto ad ogni altro cristiano da lui precedentemente conosciuto.
Fu durante questo viaggio, per una conferenza sul dialogo monastico tra Est e Ovest, che Merton mori a Bangkok il 10 dicembre 1968, folgorato nella sua stanza da un ventilatore difettoso. Per una triste coincidenza tale data corrisponde al ventisettesimo anniversario del suo ingresso al Gethsemani.